Carta di Giornale

La carta è un materiale costituito prevalentemente da cellulosa. La cellulosa è un composto organico naturale polimerico, di natura polisaccaridica. Essa è una macromolecola formata da unità monomeriche di Glucosio.  La molecola in soluzione ciclizza formando il β-Glucosio; la reazione di condensazione fra due monomeri di β-Glucosio porta alla formazione di un legame etereo denominato legame β-1,4-glucosidico e la molecola che ne deriva prende il nome di Cellobiosio. Il Cellobiosio continua a reagire con altre due unità di β-Glucosio, formando il polisaccaride cellulosa.

All’interno delle fibre vegetali, le molecole della cellulosa sono aggregate in fasci ordinati di microfibrille. L’aggregazione di più microfibrille forma le fibrille, che, raggruppandosi, compongono le macrofibrille e dunque le fibre. Le fibre sono cementate da componenti non cellulosici quali: lignina, emicellulose e pectine, disposte in lamelle nella parete primaria e secondaria della cellulosa.

Sebbene la materia prima della carta di giornale possa essere prodotta a partire da tutte le fibre vegetali, dal punto di vista commerciale la fonte primaria è il legno (Banik et a.l, 2003).

Per la produzione della carta da stampa si utilizza prevalentemente pasta ottenuta per via meccanica alla quale viene aggiunto un 20-40% di pasta chimica. La pasta meccanica si ottiene a partire dal legno, tramite soli processi meccanici che portano alla formazione di una sospensione di fibre di cellulosa, nella quale sono presenti tutte le impurità del legno[1]. Vengono inoltre aggiunti dei componenti accessori – resina ed inerti – allo scopo di implementare la resistenza, opacità, inchiostrabilità e apparenza estetica della carta da stampa.

Giornali e tabloids sono ormai universalmente prodotti tramite il processo di stampa litografico offset. La stampa offset è una tecnica di tipo planografica nella quale parti stampate e non giacciono sulla stessa lastra di stampa. Il processo si basa sulla diversa tensione superficiale fra aree atte a ricevere l’inchiostro e le zone che ne devono rimanere prive, formando punti inchiostro-ricettivi e aree acqua-ricettive (Leach et al., 2007).

Nella stampa di giornali vengono utilizzati i cosiddetti inchiostri cold-set, i quali solidificano tramite penetrazione nel foglio di carta e non per evaporazione del solvente  (Leach et al., 2007).

Gli inchiostri cold-set sono costituiti da: pigmenti, resine, solventi idrocarburici, olii (minerali e naturali) e additivi vari.

La scelta del pigmento influenza notevolmente le caratteristiche dell’inchiostro. Il pigmento maggiormente utilizzato nella stampa offset è il Pigment Black 7, ma vi sono anche considerevoli quantità di altri pigmenti colorati. I più comuni sono: Yellow 12 e 13; Red 57:1 e Blu 15:3.

L’impressione dell’inchiostro sulla carta di giornale produce un’immagine costituita da sequenze ordinate di puntini, denominati dots. Esistono due difetti specifici della stampa litografica offset quali: una possibile sbavatura perimetrale ai dots, dovuta all’emulsione fra acqua ed inchiostro, visibile solo al microscopio, e un generale ingrigimento della superficie, causato dal medesimo processo (Leach, 2007).

[1] Lignina, emicellulose, pectina

Opere realizzate in carta-di-giornale

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Sarah Lucas
1998  

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