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25L

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La campana metallica facente parte dell’istallazione “25L” è un manufatto in lega di ferro, composto da lamiere che sono state opportunamente tagliate, piegate ed assemblate a formare la suddetta campana. L’opera è divisa in tre livelli costituiti ognuno da dodici spicchi, per un totale di 36 lamine.

Gli spicchi sono uniti fra di loro tramite vincoli meccanici composti da numerosi bulloni e rondelle. La campana è parte di un’installazione più complessa che vede la presenza di una serie di moduli di tubi in PVC di diametro 7 cm, il quale si innesta nella parte più stretta della campana tramite viti.
I tubi sono assemblati fra loro in modo da creare una struttura labirintica ottenuta tramite l’unione di moduli lineari e giunti angolari saldati a caldo. La scelta dei tubi in PVC utilizzati tipicamente in edilizia è motivata dalla particolare interazione fra il PVC e il suono, che viene così deformato e ammortizzato in modo da creare una interessante cacofonia tale da coinvolgere completamente lo spettatore. A rendere possibile la componente sonora dell’installazione vi è un compressore posto dietro l’opera, nelle vicinanze dell’innesto campana-tubo.

Estratti dall’intervista tecnica ad Alberto Tadiello:

“25L Si colloca in un periodo che considero passato, che mi ha visto impegnato per circa 4 anni in una ricerca a metà tra la realizzazione scultorea e quella acustica. L’opera è stata prodotta nel 2010 e da allora ha portato con sé altre idee e spunti per nuovi progetti, ma questo tipo di produzione lo considero terminato 4 anni fa.”

“È stata un’impresa titanica realizzarla in uno studio microscopico di 4 metri per 4, ho imparato in quest’occasione cosa vuol dire progettare il montaggio, il trasporto, l’imballaggio per opere di queste dimensioni, quindi è stato un lavoro rilevante anche per le basi e le conoscenze che mi ha dato a livello di produzione.”

“Il fatto di riuscire ad innestare, piuttosto che imbullonare, svitare, sigillare sono capacità che sviluppato negli anni, e insieme a questa nuova manualità è cresciuto in me un altro interesse, dato dalla volontà di produrre di qualcosa partendo da componenti che all’inizio avevano tutta un’altra storia alle spalle, altri utilizzi.”

“Lavorando con materiali che conosco sono consapevole della loro possibile evoluzione nel tempo. Nel caso di 25L sapevo che la campana si sarebbe arrugginita ma fino a momento in cui questo degrado non va a interferire pesantemente da un punto di vista estetico, scultoreo o plastico – ad esempio perdita di pezzi – oppure da un punto di vista sonoro, è un percorso che scelgo consapevolmente di far fare all’opera.”

L’intervista è stata eseguita all’interno del progetto Interview with art, a cura di Benedetta Bodo di Albaretto in collaborazione con il Centro di Conservazione e Restauro della Venaria Reale e la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino.

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