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CANONE AUREO 894

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Canone aureo 894 fa parte dell’ultimo ciclo di lavori prodotti da Giorgio Griffa, intitolato Sezione Aurea. Iniziato nel 2000, l’artista in questa serie sceglie di esprimersi attraverso l’uso del numero irrazionale, infinito per sua natura e, in quanto decimale, indicatore di spazi infiniti e tempi sospesi, simbolo del superamento della ragione e immersione nell’ignoto.

Dopo un decennio di pittura figurativa Giorgio Griffa si avvicina all’arte astratta negli anni Sessanta, quando inizia un processo di semplificazione dell’opera che caratterizzerà per sempre i suoi lavori. Da quel momento, Griffa si libera dall’ingombro delle immagini, ed inizia a dedicarsi esclusivamente ai segni e alla materia, fulcro e motore di tutta la sua produzione artistica.

Tra il 1967 ed il 1968 Griffa ha posto le basi del suo linguaggio pittorico, elaborando quel metodo di lavoro che caratterizza ancora oggi la sua pratica: la tela grezza viene disposta su un piano, spesso il pavimento, per evitare che il colore molto fluido coli verso il basso, ed è pronta ad accogliere il segno ad acrilico, tempera o acquerello, stemperati in acqua. Man mano il supporto cessa di essere legato ad un’immagine compiuta e diventa un luogo dove trova spazio una traccia, una linea, un segno tracciato con il pennello o con la spugna.

Estratti dall’intervista tecnica a Giorgio Griffa:

“Al momento sto lavorando sul ciclo della Sezione Aurea, cui sono arrivato semplicemente perché non considero che l’oggetto della mia ricerca debba essere la forma, il mio è un percorso di conoscenza, quindi la forma è solo il risultato. Cerco di rispettare di ogni elemento del lavoro: la sua identità, le stoffe…per esempio, queste ultime generalmente in casa o nei negozi, da tutte le parti, si tengono piegate. Quindi anche io le tengo piegate per quello.”

“Per quanto riguarda le tipologie di tele utilizzate, una volta c’erano negozi che vendevano tele di ogni genere, le compravo da loro, finchè non hanno cominciato a chiudere e allora sono dovuto andare direttamente dal fornitore, prima a Poirino, dopo a Chieri. È quindi cambiato il riferimento, ma i tipi di tessuto sono rimasti quei tre/quattro che ho sempre prediletto.”

“Le tele vengono piegate in carte veline, inserite in una cassa, in genere una scatola. Quello che succede a volte è che apri la scatola, magari si sono un po’ mosse durante il trasporto, in genere basta lasciarle lì un giorno, si distendono, le appendi e finiscono di distendersi… l’accorgimento sarebbe di mettere dei cartoni ma non sempre succede.”

La consulenza tecnica è ad opera di Antonio Rava

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