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Elektronskal

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Elektronskal nasce come la trasposizione dell’idea mimetica di un fiore, rappresenta un grande tulipano la cui corolla è anche un amplificatore sonoro. L’opera è stata concepita per soddisfare due livelli percettivi, uno scultoreo ed uno sonoro, ed è per questo che la componente estetica del lavoro è importante tanto quanto la sua propensione sonora.

Elektronskal si compone di una struttura portante realizzata con profilati metallici in ferro, i quali sorreggono un disco ottagonale in lamiera perforata su cui sono stati fissati 64 campanelli elettrici, smaltati di un colore rosso acceso e disposti secondo una grafica propria della schematizzazione degli atomi. La disposizione dei campanelli viene amplificata e sottolineata dalla corolla del tulipano, realizzata con pannelli di MDF, ovvero elementi cromaticamente neutri ma imponenti, funzionali a direzionare lo sguardo dal punto di vista scultoreo ed anche sonoro. Il nome dell’opera deriva dal termine tecnico che va a sintetizzare la teoria in merito alla disposizione degli elementi usati per disegnare gli atomi.

A rendere possibile la componente sonora dell’installazione vi è un collegamento molto semplice, poiché ogni singolo campanello è collegato da un doppio cavo alla corrente elettrica.

Estratti dall’intervista tecnica ad Alberto Tadiello:

“Elektronskal nasce da una serie smisurata di suggestioni, idee, appunti che ho raccolto nel tempo, ma è stata concretizzata nel 2011, dopo un periodo di residenza trascorso a Nizza – tre mesi in cui ho approfondito la mia ricerca – e soprattutto dopo un mese trascorso in Finlandia in primavera, un momento in cui lo sballamento bioritmico dovuto a venti ore di luce su ventiquattro e lo spettacolo della natura in fiore mi ha fortemente suggestionato”

“Il lavoro è pensato perché possa funzionare, quindi per essere acceso, ma allo stesso tempo deve avere la capacità di vivere lo spazio e intrattenere lo sguardo anche nel caso in cui dovesse smettere di funzionare o essere spento.”

“Per quanto riguarda questo lavoro non mi sono avvalso i collaboratori o consulenti, perché dal punto di vista tecnico il lavoro è molto semplice […]A livello di tempistica sono partito da modelli e bozzetti di base, procedendo mi sono imbattuto in alcuni limiti rispetto all’idea iniziale, come sempre nel mio lavoro. Parlo di limiti anche fisici, che vanno a definire necessariamente i contorni del lavoro che non è complesso di per sé, ma è un continuo travaso di pensiero e pratica.”

“Le componenti elettriche e i campanelli sono certamente più resistenti, così come i pannelli di MDF certamente sono meno a rischio delle lamiere metalliche, anche se sono abbastanza sottili perché misurano 6 mm, dunque vanno maneggiati con cautela e di certo sono sensibili all’umidità, se entrano a contatto con acqua si macchiano. I materiali più a rischio in questo caso sono di nuovo i profilati metallici, le barre piatte angolate che tengono insieme i pannelli di MDF, che non sono trattate […]”

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