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Vetta

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Vetta è un dipinto ad olio su tela misurante 200 x 300 cm, facente parte di una serie – non ufficialmente chiusa, ma sospesa – intitolata Summits.

La caratteristica principale in quest’opera è la distribuzione spaziale: solo una minima parte della tela è occupata dal soggetto espresso dal titolo, la vetta della montagna, mentre molto spazio è lasciato all’idea della neve caduta e che deve cadere, del sublime e della vastità del cielo, del blu.

Le montagne sono una presenza muta e costante per Massaioli, le vede ogni giorno dalla finestra, ed in questo caso costituiscono un pretesto naturalistico per un pensiero artistico molto più metafisico di quanto non sembri, una visione che si immerge nell’acquosità delle pennellate di Massaioli e nei suoi amatissimi blu oltremare.

Estratti dall’intervista tecnica ad Andrea Massaioli:

“In genere non prevedo di comunicare qualcosa di esattamente chiaro e definito, sono convinto che l’artista in genere non ne abbia il controllo completo, la volontà dell’artista a volte non corrisponde pienamente a ciò che viene percepito dal pubblico, e ciò non è un fatto negativo, anzi rende più eccitante il tutto.”

“Fin dagli anni ’80 ho lavorato con i pigmenti puri, in polvere, e particolarmente nelle varie gradazioni di blu. A Torino c’era una fabbrica di colori dismessa, enorme, in zona Regio Parco, dove noi artisti entravamo di nascosto…c’erano sacchi di colore a disposizione,  cercavamo di usarli in vari modi. Alcuni artisti hanno fatto dei lavori installativi lì dentro, era un paesaggio affascinante, surreale, c’erano stanze con montagne di pigmenti, di colore.”

“In genere nel mio lavoro non parto da progetti curatoriali, o progetti site-specific, sono sempre flussi di lavoro indipendenti, più legati a dinamiche interne al lavoro stesso, o interiori.”

“I titoli per me sono molto importanti. In genere arrivano dopo, a lavoro ultimato. Sono semplici, elementari, poco narrativi, ma con riferimenti chiari, a volte con una piccolissima dose lirica, altre ironica. In questo caso, l’idea di scegliere una parte per il tutto mi sembrava la più idonea a restringere il campo verso un senso di elevazione non solo fisico ma anche pittorico: la preziosità della superficie.”

“In genere ricordo le regole base per la conservazione, non esporre alla luce diretta, attenzione alle pareti umide…Mi è capitato di vedere un mio quadro degli anni fine ’80 inizio ’90  tenuto  in una casa umida e chiusa, su un’isola, e forse la preparazione a colla di coniglio era troppo leggera, perchè il pigmento era sollevato e distaccato. A volte non si fissa completamente.”

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