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Souvenir d’Italie. Saluti da Milano (B)

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La serie Souvenir d’Italie, conta una decina di esemplari ed è destinata a crescere di numero. Studiata in dimensioni tassative pari a 20 x 20 x 20 cm, ogni Souvenir deve poter essere compresso come una fisarmonica all’interno di una cassa, e poi riaperto al momento dell’inserimento in teca, le cui misure hanno condizionato quelle della serie in esame. Souvenir d’Italie è nata infatti da una commissione del MOHA di Los Angeles, il quale progettò una collettiva che avrebbe radunato opere inseribili all’interno delle teche che abitualmente contengono le palle da basket da collezione degli americani.

Vanni Cuoghi ha unito l’idea anni Cinquanta di cartolina – di souvenir appunto – legata alle vacanze e al paesaggio italiani, con quella dei diorami e delle scenografie teatrali. Ne sono nati piccoli trompe d’oeil in serie, ognuno legato ad un capoluogo di provincia del Belpaese, riconoscibile da un’immagine storica sul fondo del teatrino – una cartolina oppure un’acquaforte o una fotografia in bianco e nero –  attorno a cui piccoli personaggi si intrattengono e dialogano a più livelli.

Piccole scene che raccontano piccole storie, giardini popolati da piccole damine e personaggi impegnati in passatempi non sempre idilliaci.

Estratti dall’intervista tecnica a Vanni Cuoghi:

“Le figurine non sempre compiono azioni eclatanti o degne di nota. Di tanto in tanto qualche accenno a situazioni o particolarità c’è, ad esempio nel caso di Souvenir d’Italie. Saluti da Milano ho rappresentato il parco Sempione con il castello Sforzesco sullo sfondo, per cui non potevo non inserire gente che suona i bonghi e fuma delle canne, ma sono piccoli scherzi, divertissement.”

“Ritengo che il problema di conservazione maggiore per le mie opere sarà legato alle colle, temo molto la loro acidità, ho mantenuto la stessa tipologia di Vinavil perché mi sono trovato bene e non è ingiallito nel tempo. Ho realizzato un teatrino, un prototipo, nel 1994.”

Il mio lavoro è un equilibrio di elementi, ma non è difficile ripristinare delle figure che si staccano. Se il passare del tempo facesse ingiallire le carte, considerando che il tempo è la pelle delle cose, si può accettare, se non lede la leggibilità della scena. Penso ai presepi liguri fatti con delle sagome di cartone dipinte a tempera e ritagliate. Se si sono salvate loro, spero che vada bene anche a me.”

La consulenza tecnica è ad opera di Fabiola Rocco

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