Entrambi di Torino, Gianfranco Botto (1963) e Roberta Bruno (1966) formano il duo artistico Botto e Bruno.
Attivi dai primi anni ’90, si esprimono soprattutto attraverso fotografia, video e installazione.
Fin dal principio hanno catturato l’attenzione con le loro visioni di periferie urbane desolate in cui cieli cupi, edifici dismessi e luoghi degradati concorrono a creare un’atmosfera di malinconia e solitudine. In questi scenari la presenza umana dapprima è assente, mentre successivamente è rappresentata da giovani figure solitarie, dal volto spesso nascosto, che si aggirano tra rovine e detriti. Sovente allestiti sotto forma di grandi wallpaper che rivestono per intero pareti e pavimenti degli spazi espositivi, i lavori di Botto e Bruno raffigurano condizioni esistenziali in bilico tra squallore e bellezza, inquietudine e speranza. L’immaginario cinematografico e quello musicale contemporaneo hanno un peso rilevante nella loro opera, dove talvolta compaiono espliciti riferimenti: dai film di Gus Van Sant alla musica dei Sonic Youth, solo per fare qualche esempio.
I lavori di Botto e Bruno sono stati esposti in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero, tra cui Palazzo delle Papesse, Siena, Palazzo delle Esposizioni, Roma, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato, Palazzo delle Arti, Napoli, manifesta 7, Bolzano, CaixaForum Fundacio “la Caixa”, Barcellona, MAMCO, Ginevra, 8th Shanghai Biennial — Act 3: Rehearsal, Shanghai. Inoltre, nel 2001 la coppia torinese ha partecipato alla Biennale di Venezia con un progetto realizzato per l’ingresso delle Corderie intitolato “House Where Nobody Lives”. Tra i riconoscimenti e premi più importanti ricevuti dal duo: il “Premio Torino incontra… l’Arte”, promosso dall’Associazione ArteGiovane di Torino, la Residenza presso Couvent des Récollets a Parigi, il concorso internazionale per la realizzazione di un’opera d’arte nella nuova Cittadella della Giustizia di Venezia.