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Senza titolo

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Senza titolo è un’installazione composta da tre tende di lino tinte a mano, dettagliate fin nei minimi particolari, la cui simbologia è legata ai bestiari medievali.

Il trittico si compone di tre tende comunemente utilizzate per oscurare i vetri, che raccontano una storia immaginata per intrattenere chi si trovi ad aspettare alla finestra l’arrivo di qualcuno, una narrazione che copre l’idea dell’attesa. Le tende in lino sono state tinte a mano dall’artista, ed ognuna porta una simbologia legata all’iconografia medievale. La lavorazione è piuttosto laboriosa, perchè prevede una prima fase di tintura e lavorazione artigianale, a seguire una stampa tradizionale che ha origini lontane e non è più consueta ai giorni nostri. Si tratta della stampa a mangano con la ruggine, un antico metodo romagnolo di stampa su tessuti sempre più difficile da reperire, per cui l’artista ha uno dei pochi contatti di riferimento in tal senso.

Infine l’artista ha scritto a pennello – a mano libera – quattro piccole storie, tre di queste sono citazioni di origine cinese ed una è un inedito di Vetrugno. Ognuna di queste tende viene fissata su un bastone precedentemente rivestito con foulards vintage.

Estratti dall’intervista tecnica a Maurizio Vetrugno:

Ho pensato che il legame tra due riferimenti storici, una lavorazione artigianale e una produzione artistica secolare, fosse un’idea interessante da sviluppare in chiave moderna. I bestiari medievali sono oggetti affascinanti, pieni di riferimenti anche ironici, estremamente interessanti.”

“L’approccio al restauro di un’opera dipende sempre dall’artista, dal valore che dà al passaggio del tempo e dal significato dell’opera. Io se posso conservo anche la vite arrugginita, però ci sono casi che sono più difficili, pezzi unici su cui non puoi intervenire sostituendo componenti e devi ragionare sull’insieme.[…] il bastone per la tenda è l’elemento più complicato da reperire nuovamente, perché è un materiale industriale, difficile trovare uguale a qualcosa acquistato vent’anni fa.”

“La conoscenza dei materiali è per me un passaggio importante. Certo, se un’opera è sostanzialmente concettuale può essere che vada perduta nella sua fisicità o che sia replicabile in quanto progetto.”

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