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Quel che Annibale non vide

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Quel che Annibale non vide è un lavoro composto da 5 stampe incorniciate, ognuna misurante 61 x 46 cm, ed ognuna delle superfici è stata abrasa e trattata in maniera differente dall’artista.
Il risultato sono 5 impressioni differenti di uno stesso paesaggio, visto sempre dallo stesso punto di vista.
Si tratta di un valico di montagna, un paesaggio roccioso famoso, il punto da cui passò Annibale per attraversare le Alpi. Laura ha scelto di intervenire sulle stampe – si tratta di fotocopie – con una tecnica che si può definire tattile, e molto istintiva, ovvero l’abrasione. La volontà dell’artista è quella di sottrarre elementi alla visione d’insieme,mostrando e dimostrando – seppur cancellando – come la mancanza di attenzione ai dettagli possa alterare gli equilibri dell’immagine, anche quando questa ci è familiare, anche quando si ripete.

Estratti dall’intervista tecnica a Laura Pugno

“Uso molto spesso questo progetto come esempio per spiegare l’essenza del mio lavoro, perchè parla della creazione del paesaggio spiegando come anche questo sia una costruzione sociale, intesa come un insieme di elementi socio-culturali – film, libri etc – che vanno a modificare quello che siamo e come percepiamo le cose.”

“La mia è proprio una riflessione sul concetto di visione, uso il paesaggio come punto di partenza per parlare di concetti legati alla cultura, dei condizionamenti culturali legati alla natura ed intesi in senso positivo, senza nessuna polemica, ma con uno sguardo oggettivo. Annibale e la sua storia sono dunque un pretesto, uno spunto di riflessione.”

“Sperimento molto, ed in questo caso ho utilizzato delle fotocopie. Stavo già lavorando a questa serie sulle cancellazioni, quindi c’era già una consapevolezza del gesto, ed anche per quanto riguarda la scelta dell’immagine, perchè conoscevo questi luoghi. Ho organizzato delle passeggiate in montagna per fare le fotografie, poi in studio ho fatto ricerca per trovare il tipo di stampa più adatto per poi realizzare il lavoro e per decidere quante produrne.“

“Quando scelgo i materiali da utilizzare non vado alla cieca, m’informo sulle loro caratteristiche. Un minimo di cambiamento, di segno del passaggio del tempo lo tollero, se succede mi sta bene, ma non deve essere una traccia predominante, non deve compromettere la natura dell’opera. Per questo uso colle con Ph neutro, cerco di prevenire ingiallimenti o danneggiamenti.“

La consulenza tecnica è ad opera di Fabiola Rocco

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